Tutto corre veloce. Il mito del consumismo pervade anche la sfera dell’identità e delle relazioni… e gli adolescenti fanno esperienze precoci soprattutto per quanto riguarda il sesso.
Una recente indagine pubblicata da PSICO IN RETE conferma che gli adolescenti pur non conoscendo il corpo lo esibiscono online con spavalderia e apparente sicurezza. Sembrano esperti e sguazzano inconsapevoli in un mondo virtuale ipersessualizzato. Molti di essi e non sanno come approcciarsi serenamente nell’amicizia e nell’affettività perché vivono una sessualità distorta dalla pornografia virtuale, cosicché lo stupore e la trepidazione dei primi passi (poveri ma autentici) sono inquinati in partenza.
Le prime esperienze reali , precoci o tardive, per la maggior parte sono precedute da una quantità di video porno e da un’infinità di immagini che presentano il fare sesso come attività eccitatoria e come pluri-prestazione erotica del tutto sganciata dal principio fondamentale che “la sessualità è un VALORE” e che il sesso è “RELAZIONE FRA PERSONE”.
Varie ricerche confermano che già prima dei 13 anni il 67% dei maschi e il 36% delle femmine ha già una consistente frequentazione dei siti pornografici e ci passa da mezzora a un’ora più volte alla settimana, nella totale inconsapevolezza dei genitori. Anzi, la maggior parte di loro, che si ostina a vederli ancora bambini, non immagina la spinta eccitante che passa precocemente davanti agli occhi dei figli.
Inutile dire – scrive Giuseppe Maiolo, psicoanalista dell’ Università di Trento – che il controllo dell’adulto è facilmente aggirato da ragazzi apparentemente immersi nello studio con PC e dispositivi sempre accesi.
“Ma quello che colpisce quando parli di questo argomento con madri e padri è quanto ancora essi credano la pornografia fatta di alcune nudità esposte. Il porno “hard” che circola ovunque nel web, e di facilissimo accesso, è l’esibizione plurima di gesti sessuali espliciti e violenti, dove manca il contesto relazionale e affettivo e abbonda una misoginia degradante che umilia. Non deve meravigliare che questo possa compromettere la salute emotiva, mentale e fisica dei giovani. Più è anticipata l’esposizione all’Hard Sex e più la psiche può essere danneggiata. I danni sono spesso rilevanti perché ogni cosa va fatta a suo tempo e per il fatto che la maggior parte delle scene sessuali contiene aggressioni fisiche e abusi verbali e gli effetti più nocivi provengono dal definire modelli di riferimento che autorizzano una sessualità violenta nelle relazioni”.
CORRELAZIONE tra esposizione alla pornografia e comportamenti abusanti e molesti: Il grande problema è come contrastare tutto questo che, tra l’altro, mette in pericolo gli adolescenti nel periodo in cui essi formano la loro identità, e non solo sessuale. Come al solito non si risolve il problema unicamente con i filtri ai telefonini e le varie App protettive di cui oggi si dispone.
Scrive Maiolo: “Se manca un’educazione alla sessualità, non serve a nulla sequestrare i dispositivi dei figli o pensare di correre ai ripari andando subito a interrogarli su dove vanno in rete, come mi è capitato di sentire da preoccupati genitori dopo una conferenza sull’argomento”.
La forza identificativa di determinate immagini e linguaggi rischia di essere talmente pervasiva e ossessiva da diventare un “cattivo maestro,” di fronte al quale il genitore o l’educatore rischiano fin dall’inizio di risultare perdenti.
” Serve piuttosto maggiore attenzione e consapevolezza educativa. Ricordiamo che fin da piccoli i bambini imparano che i maschi per diventare uomini hanno bisogno di indossare la maschera del bullo, esprimere aggressività senza tanta empatia e fare sesso come se si facesse un’azione di conquista, e che le femmine, per essere ragazze popolari e appetibili, devono essere sexy, seduttive e provocanti”.
(da: Giuseppe Maiolo, psicoanalista, Università di Trento www.officina-benessere.it)